Ginkgo Biloba

Il Ginkgo biloba è una pianta che inizia ad affascinare appena se ne conosce l’esistenza: c’era già al tempo dei dinosauri… è un vero fossile vivente. Leggo che fu creduto estinto per diversi secoli finchè nel 1200 ne fu scoperta una foresta in Cina.

La Cina pare essere la culla della varietà di Gingko ancora oggi esistente; il nome, ad esempio, deriverebbe dalla traslitterazione delle parole giapponesi derivate dal cinese yin-xing, ossia albicocca d’argento, indicanti il frutto, e bi-loba in riferimento alla foglia divisa a metà.
Nella medicina cinese tradizionale foglie e frutti sono utilizzati come rimedi per turbe vascolari, disturbi mnemonici; parrebbe contenere antiossidanti. Tutte funzioni riconosciute anche dalla medicina moderna. Forse è in virtù di queste proprietà che la pianta sopravvive ‘da sempre’ e non viene mai attaccata da parassiti… addirittura sei piante hanno resistito allo scoppio della bomba di Hiroshima… e vivono ancora oggi!

La tradizione orientale consegna al Ginkgo la caratteristica della longevità, della coincidenza degli opposti, dell’immutabilità delle cose; si riteneva anche proteggesse dagli spiriti maligni. A ragione di tutto ciò i Ginkgo venivano piantati nelle vicinanze dei templi.

I Ginkgo appartengono alle Gimnosperme (come le conifere in genere, per intenderci): non hanno fiori veri e propri, ma fanno delle specie di coni costituitia da squame modificate; inoltre è una pianta dioica: significa che ha sessi separati… ci sono Ginkgo femmine e Ginkgo maschi (che logicamente non potranno mai portare frutto).

Ama incredibilmente il sole e resiste a qualunque tipo di terreno; le radici sono marroncine e di aspetto cicciotto poichè piene d’acqua: occhio che in vasi bassi il freddo invernale può averne ragione.

Aspetto importante è il portamento colonnare con rami inclinati a 45°; nelle piante più anziane e meglio tenute si riscontra il portamento ‘a fiamma‘: rami sempre inclinati a 45°, più lunghi sotto e meno sopra… proprio come una fiamma.
Altra caratteristica sono i rigonfiamenti che presenta in corrispondenza dei nodi; su una rivista ho letto che in Giappone le puerpere sono solite sostare sotto i Ginkgo secolari per chiedere di ‘avere latte’: i nodi, infatti, possono per certi versi ricordare delle mammelle.

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esemplare preso da internet

Ma vediamo di arrivare al mio Ginkgo!
Venni in possesso di questa pianta durante la CrespiCup del settembre 2010:cercando tra i bancali delle piante ‘commerciali’ emerse questa pianta; volevo un ginkgo e così scelsi quella che non aveva grandi difetti, sebbene fosse costituita da un unico grande tronco e qualche rametto/gemmetta pollonante dalla base; aveva anche una base che sì, allargava, ma anche si alzava un po’ a cupola… quasi a creare un effetto ‘a panettone’.

Appena giunto a casa notai la terra compatta… e così nell’ottobre 2010 provai un trapianto drastico infilando la pianta in una economicissimo vasetto blu a tamburo, substrato akadama; svernò in serra fredda.

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Una foto del novembre 2010: nel pieno dell’autunno si era tinto di un giallo pallido… ancora stava sul balcone.

Per tutta la stagione vegetativa 2011 non diede problemi, anzi aumentò un po’ le gemme pollonanti; tuttavia mi resi conto che avevo commesso due errori: vaso piccolo per una pianta che ancora doveva crescere e akadama non setacciata. Insomma, il rimedio fu -ottobre 2011- un altro trapianto in cassetta di coltivazione, substrato akadama con l’aggiunta di un po’ di carbonella. Mi sorpresi delle radici che erano cresciute in un solo anno: pianta molto forte!

La pianta fu spostata in giardino e fu lasciata crescere nelle stagioni vegetative 2012 e 2013 nella cassetta di coltivazione; gli accorgimenti furono: concimazione (mai eccessiva), deposizione di sfagno sminuzzato sopra l’akadama, esposizione in pieno sole (sta vicino ai pini), serra fredda in inverno, potatura verde a fine maggio/inizio giugno, potatura alla caduta delle foglie e poco prima della ripresa.

Purtroppo noto di non avere fotografie della stagione 2012, ma da una fotografia (febbraio 2013) del piede della pianta si nota già qualcosa:

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Lo strato di sfagno che appongo a primavera e rinnovo la primavera successiva (qui ancora non rinnovato) ha permesso lo sviluppo di radici che potrebbero ridurre l’effetto “panettone”. Naturalmente è sempre presente quell’invincibile erbetta infestante…

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Foto del febbraio 2013, pianta in serra fredda con indicato il fronte scelto insieme al maestro; l’obbiettivo è realizzare una ceppaia sfruttando così i numerosi polloni cresciuti dalla base; la base sta allargandosi. In basso sulla destra si può notare come stia iniziando a formare i rigonfiamenti tipici della specie… sta invecchiando, insomma!

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9 aprile 2013, finalmente fuori dalla serra, sta aprendo le gemme; purtroppo la stagione prometteva male: sempre a piovere. Il dodici aprile si mette perfino a grandinare… naturalmente quel pomeriggio parlando con un amico avevo detto “beh, prima di pensare ad installare un telo antigrandine c’è tempo!”…

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16 aprile 2013 apertura dei germogli… ossia uno dei momenti più belli del ginkgo!

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22 aprile 2013: foglie aperte.

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2 maggio 2013: si notano le foglie ormai aperte, ma ancora sottili (infatti i lembi flettono leggermente verso il basso) e colorate di verde brillante.
Non è il momento di concimare: dare sostanze ora significherebbe solo far allungare gli internodi; se si utilizza dello stallatico si può somministrare a circa una decina di giorni dallo stadio di questa foto poichè prima che le sostanze contenute nello stallatico siano disponibili per la pianta passano 10-20 giorni o anche più: saranno quindi disponibili in prossimità del periodo di potatura, ossia nel momento più giusto.
Non è nemmeno il momento per una potatura verde… e naturalmente non ho foto del momento giusto… comunque per la potatura le foglie devono essersi ispessite, il colore passato ad un verde meno brillante, la gemma deve aver smesso di crescere (più o meno avrà fatto quattro-cinque foglie), devono esser visibili le nuove gemme all’attaccatura delle foglie; più o meno da me è circa fine di maggio/inizio giugno. Quello che faccio in occasione della potatura è semplicemente tagliare sopra la prima o seconda foglia a seconda di quanto mi serve lungo il ramo e in dipendenza dalla posizione della gemma: è meglio che sia verso l’esterno e non verso l’interno poichè le piante crescono verso la luce. Da questo momento (anche da una decina di giorni prima) si può concimare in tranquillità; personalmente utilizzo stallatico alla prima concimazione, poi ONE granulare e un concime giapponese.

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8 agosto 2013: si notano le foglie coi lembi che si alzano; c’è anche un piccolo gelso (svettante dal retro) che è cresciuto spontaneamente, le erbacce onnipresenti tra cui delle maledette violette con radici fittissime verranno rimosse… per quanto possibile.

Nel settembre 2013 ho l’occasione di portarlo dal maestro che ne constata la buona coltivazione, la riduzione della dimensione delle foglie, ma anche il rischio di far ispessire troppo i rami: per questa ragione mi suggerisce il trapianto in vaso più piccolo. Insieme scegliamo un vaso… ed è grande quasi un quarto della cassetta di coltivazione!

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Si inizia a sentire l’autunno, è il 20 ottobre 2013.

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26 ottobre: come cambia la colorazione in pochi giorni! Probabilmente il fatto che abbia smesso di piovere ha aiutato.

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29 ottobre, decido che è il momento di trapiantare, specie perchè il meteo promette per i giorni seguenti pioggia, poi bel tempo, pioggia… tempo giusto per le radici; poi arriverà il freddo, ma tanto la pianta verrà protetta in serra fredda.

“Trapianto”.
Detto così è semplice, poi provi a sfilare la pianta dalla cassetta… e non esce. Provi a introdurre un coltello piatto tra legno e radici per far leva…

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…e si sfascia la cassetta di coltivazione! Poco importa: ha assolto la propria funzione.
Basta vedere come son cresciute le radici; ad occhio si distinguono quelle cicciotte e marroncine del ginkgo, quelle gialle del gelso… e quelle bianchine e sottili di quella disgraziata di una violetta!
Provo a districare con un bastoncino, ma niente da fare:meglio armarsi di forbici e tagliare una ‘fetta’ di terra sotto e le fette laterali.

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La foto fa più schifo del solito, ma dimostra che tutto il resto è compito del getto d’acqua: lo si direziona sul pane radicale e via andare, addio terra; da notare la quantità di akadama presente a terra: pochissima… non avrebbe mai riempito di nuovo la cassetta di coltivazione (se ci fosse ancora, ovvio)… vuol dire che in questi due anni il ginkgo s’è proprio mangiato l’akadama? Boh! In ogni caso l’akadama si mostra ancora in granelli coesi, nessuno sfadamento: sinceramente non comprendo tutti gli ‘allarmismi’ attorno allo ‘sfarinamento’.

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Ecco che vediamo il pane radicale ormai lavato.

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Questo è ‘il sotto’ del pane radicale; si può notare la presenza di numerosissime radici e in particolare di due ingrossatesi pur rimanendo cortissime: forse la cassetta di coltivazione le aveva frenate nell’allungamento e perciò sono cresciute allargandosi. Non so. Nella foto si nota come una sia già stata parzialmente trattata: mi stavo dimenticando di fotografare!

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Foto sfocata (con le mani sporche ci si concentra più su come tenere lo smartphone piuttosto che sul fotografare meglio…).
Le radici sotto il pane radicale, perciò inutili, sono state tagliate; si tende ad avere radici laterali in special modo poichè la pianta verrà alloggiata in un vaso basso. Andrebbe anche detto che probabilmente avrei potuto insistere molto di più nella potatura delle radici più profonde, ma ho preferito procedere pian piano: al prossimo rinvaso (non so quando avverrà… chi vivrà vedrà) potrò andare più sotto con maggiore tranquillità.

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Ora, dopo una schizzatina d’acqua, la lascio lì… infatti –esattamente come prescrive ogni guida- devo ancora preparare il vaso a riceverla!

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Preparazione del vaso a velocità record: retine sui fori di scolo, fili di ancoraggio, sottile strato di akadama grossa come drenaggio; verranno aggiunti pezzi di carbonella e akadama media (vero suolo di coltivazione).

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Si alloggia la pianta…

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…e si completa lo strato di akadama curando che i granelli penetrino per bene tra le radici. Poi via a bagnare abbondantemente.

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Dopo la sfagnatura, lavoro finito.
Tuttavia prima di lasciarlo sul bancale a godersi la pioggia e il timido sole, due foto ai particolari:

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Le basi dei tronchi… e il rigonfiamento… che non è l’unico! Infatti altri più piccini stanno iniziando a crescere. Non so a cosa siano dovuti, ma a vederli così pare che sorgano in corrispondenza di punti con possibili ‘ristagni’ di linfa… e forse così mi spiego anche lo sviluppo delle due radicone. Boh!

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Qui è visibile un pollone sfuggito alle mie cesoie: marrone chiaro, lungo, internodi distanti… è cresciuto nell’anno. A primavera verrà abbassato alla prima gemma utile.

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Questo è il risultato di una parte della potatura primaverile: nel tentativo di migliorare la sagoma ho deciso di rimuovere parte del tronco tagliato orizzontalmente dal coltivatore che l’aveva capitozzato; la mossa mi è stata suggerita dalla pianta stessa che nella zona in prossimità della continuazione del tronco callava… boh, parrebbe funzionare! Sebbene, va detto, il ginkgo sia una specie molto lenta e che calla pochissimo. Sto notando che funziona benissimo il mastice giapponese, però in versione liquida (in pasta non noto grandi prestazioni).

Riguardo il Ginkgo c’è un aspetto per me ‘sentimentale’, che riporta alla mia infanzia: qualche anno fa è stata realizzata una serie di lungometraggi tesi a riassumere, ma anche spiegare, tutta la vicenda della prima serie di ‘Ken il Guerriero‘; nel film animato “Ken il guerriero – La Leggenda di Toky” si parla della vicenda di Toky, il fratello ‘mezzano’, designato erede della Sacra Scuola di Hokuto, ma che, a causa di una malattia incurabile, rinunciò in favore di Kenshiro e che -per chiudere la porta del rifugio antiatomico e così salvare Kenshiro e molte persone- si sacrificò esponendosi alle radiazioni nucleari; che poi decise di vivere il resto dei giorni utilizzando l’arte combattiva per scopi medici, che da ultimo si sacrificò per far comprendere al fratello Raoh gli errori… beh, è il mio personaggio preferito! Ebbene, il film inizia proprio con Toky che si allena: in un attimo trafigge tutte le foglie di un Ginkgo che il vento d’autunno aveva fatto cadere in quel momento. Alla luce del simbolo di lunga vita trafitto in un solo istante… della coincidenza degli opposti (Kenshiro e Raoh)… diciamo che c’è una certa dose di ‘poesia’.


dal minuto 3’18” per capirci un minimo, dal 6’05” l’episodio del Ginkgo

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20 novembre 2013: finalmente ha quasi perso tutte le foglie così da mostrare la sua silhouette! Sta crescendo bene: produce molti rami e pare che sul tronco principale vi siano gemme arretrate pronte ad aprirsi in primavera!
Visto l’arrivo dei primi freddi senza avere ottenuto gelate ho deciso di ricoverare in serra fredda tutte le piante trapiantate da poco; oggi, 22 novembre, ha nevicato a pochi chilometri da qui… la mia cautela è stata azzeccata… peccato solo per il vento gelido di ieri che mi ha fatto volare un pinetto rompendone il vaso…

 

2014

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21 gennaio 2014: sta passando questo inverno mite in serra fredda insieme ai suoi ‘colleghi’.

21 marzo 2014

21 marzo 2014: dalle gemme inizia a far capolino del verde; si nota come il pollone si stato potato alla seconda gemma… l’anno prossimo si vedrà come e quanto sarà cresciuta la prima

1 aprile 2014

1 aprile 2014: fronte

1 aprile 2014

1 aprile 2014: retro

 

1 aprile 2014

1 aprile 2014: da sopra

1 aprile 2014: uno dei momenti migliori del Ginkgo, ossia la gemmazione.

23 aprile 2014

23 aprile 2014

7 maggio 2014 (senza foto) ho effettuato la potatura verde di parte dell’apice (ridotto un ramo); viste le foglie (quasi ispessite) tra qualche giorno provvederò alla potatura verde della pianta.

Come si vede dalla foto, da quest’anno sto testando un sistema di annaffio automatico… vedremo poi come andrà!

9 risposte a “Ginkgo Biloba

  1. io ho piantato tre semi di Gimgko una ventina di giorni fa. Uno ha fatto capolino ieri… Complimenti: è una bellissima pianta….

    • Ciao! Sì, è davvero una bella pianta, incredibilmente resistente e facile da tenere… solo molto lenta nella crescita; sabato scorso ho preso due seminelle (un anno o due) per fare un esperimento: le ho abbassate alla prima gemma utile, trascorreranno l’inverno in serra fredda, a primavera trapianto in akadama e poi inizierò la coltivazione praticamente da seme… negli anni vedremo cosa uscirà!

      • Ho visto ora che me ne sta nascendo una seconda… Quando è che un germoglio può essere potato… se vedi sul mio blo ho anche un baobab, un kapok ed un albero di giuda, da seme… sto cercando di capire quando è possibile capitozzarle…

  2. Buonasera a tutti! Francesco….complimenti di cuore per questa pagina che mi ha affascinata!!!complimenti! Io scrivo per chiedere un supporto per la mia primissima esperienza con un bonsai! Proprio due giorni fa, 6 Maggio, mi è stato riportato un “kit” di mini-ginkgo bonsai dal Lussemburgo e sono stata la persona più felice della terra!!! Un mini bonsai da FAR NASCERE!!…con mia immensa curiosità apro il piccolissimo vaso contenente 3 bei grani di ginkgo biloba, un piccolo sacchettino di sassolini e due piccoli pezzetti di terra di cocco. Scusate fin da subito il mio gergo molto “terra terra” ma sto iniziando adesso a provare a mettere all’ opera il mio pollice verde (si..perchè da poco ho una casa tutta mia e due bellissimi terrazzi esposti a sud dove posso coltivare le mie piccole passioni!!) Io non ho idea di come iniziare a far nascere il mio ginkgo. Ho letto su siti francesi che parlano di “risveglio della germinazione” che deve avvenire in frigo, previa immersione dei grani in abbondante acqua. I grani vanno incisi, immersi in acqua per un paio di giorni, poi riposti in un sacchetto con della sabbia (quale sabbia!?) e messi in frigorifero per circa 6-8 settimane. Quando sarà avvenuta la prima stratificazione potrò invasare (ma il vado del kit mi sembra molto molto molto piccolo…andrà bene come prima dimora?). E’ corretto tutto ciò? Ho una paura immane di INIZIARE a fallire!so che ci vuole molta pazienza con il ginkgo…io non ne ho nemmeno con i semi di lavanda che ho piantato lo scorso 21 Aprile!! (stanno iniziando a spuntare adesso)…!!!Ma so che il mio ginkgo mi aiuterà a migliorare questa mia frenesia!Ecco che quindi spero che il mio mini bonsai potrà ricevere il tuo supporto con le tue risposte! magari potrò continuare a scriverti in questo blog per chiedere ancora il tuo aiuto?oppure hai libri/siti da suggerirmi da cui posso attingere per imparare questa vera e propria ARTE ?
    Grazie ancora a chi vorrà rispondere!!!

    • Ciao Martina, tieni conto che ottenere un bonsai partendo ‘da seme’ è un vero esercizio di pazienza e costanza: un bonsai non è solo una ‘pianta piccola in un vaso piccolo’, ma è una pianta tenuta piccola con una seri di accorgimenti che durano anni (mostra una certa ‘patina del tempo’).
      Dopo questa premessa, devo dirti che sei a primavera già inoltrata… un po’ in ritardo per la semina! Puoi mettere i tuoi semi a bagno in acqua per 24h, poi in terra… e sperare che si aprano! (magari potrebbe succedere l’anno prossimo)

      Se ti stai appassionando ai bonsai prova a recarti in qualche centro specializzato (occhio ai costi) o qualche club (non so di che zona tu sia): sapranno indirizzarti sicuramente verso qualcosa alla tua portata; di primo acchito ti suggerisco di orientarti verso un ginepro (vuole sempre sole), un olmo (sia ‘nostrano che cinese che giapponese (zelkova)), un acero (se sei del Sud meglio un acero tridente (acer buergerianum) più resistente al caldo estivo)… tutte specie ‘facili’ e generose (che permettono di recuperare possibili errori).

      Sull’aiuto, nessun problema 🙂

    • Sono affascinato dalla precisione e meticolosità con cui fai tutte le operazioni. Da tanto tempo il fascino di questa pianta mi ha rapito, infatti circa 5 anni fa ho comprato su ebay un ceppo di circa 15/16 cm. di diametro. Ho visto che era malconcio, presesava nella parte alta un tronco morbido e morente la terra era stagnante e scura…,ma la mia esperienza e le dimensioni del tronco(e la probabile età vetusta), mi hanno invogliato a tentare.Solo che dopo pochi giorni mi è caduto e si è rotto il vaso. (piena estate) Ho scorto, così, poche radici turgide.dopo aver velocemente assemblato il vaso con nastro e filo, ho scrollato la terra eccedente e ho rienpito e coperto copiosamente con akadama pura.Il tutto l’ho posato in un sottovaso di plastica come sostegno oporutunamente forato. La pianta a risposto bene, anche se negli anni a perso tutti i rami da metà tronco in su. ma i numerosi rami dal basso hanno avvolto anche l’enorme parte del tronco morto donando un aspetto gradevole alla pianta.(nn so come mandarti delle foto)[ il mio ind. email è: lucky.rik1@yahoo.it ]. Oggi 5/9/14 sto per trapiantare il bonsai per liberarlo dal vaso rotto, che traltro crea ristagni ritardando di fatto il pieno recupero delle parti vive. Sbaglio il periodo del trapianto? Non mela sento di ripulire tutte le radici…sbaglio? spero che il messaggio ti arrivi, non sono pratico di fb! ti ringrazio, Riccardo

      • Buona sera Riccardo, non si faccia ingannare: non sono poi così meticoloso 🙂
        Venendo al suo ginkgo mi pare di capire che sia rimasto diverso tempo nella soluzione ‘di fortuna’; non ho mai provato a trapiantare ora, ma sempre verso ottobre. C’è da dire che il clima di quest’anno, almeno vicino Milano, è abbastanza strano: l’umidità è di casa (come la pioggia)… praticamente dovrebbe attecchire qualunque pianta!

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