Boschetto di aceri palmati… “di recupero”

E’ un po’ che cerco di capire come fare un boschetto che possa essere ‘più giusto possibile’… e così quando capita recupero piante e piantine a destra e a manca oltre che mettere talee un po’ ovunque (vasi ad hoc, vasi di altre piante… e difatti non è così infrequente trovare mie piante con qualche ‘intruso’); i grossi limiti di questa ‘opera di acquisizione’ sono:

  • lo spazio necessario per tenere tutti i vasi
  • non sempre le piante sono nel medesimo substrato piuttosto che quello con cui sono più abituato… ne consegue che il tutto richiede qualche attenzione in più
  • la proporzione delle piante (difficilmente ci sono ‘leader perfetti’… oppure manca i movimento corretto per armonizzare il più possibile la futura composizione…)
  • talvolta in specie così belle, ma anche così varie è difficile avere tante piante della stessa varietà.

Il 23 febbraio 2014 ho deciso di ridurre il numero di vasi e uniformare il terriccio… insomma: si boschetta!

Vediamo il materiale disponibile:

Immagine

erano presenti:

  • un albero ‘scartato’ l’anno scorso dopo la formazione di un boschetto (è l’unico in vaso ovale basso);
  • tre alberi in pomice grossa;
  • un albero in akadama pura (in vaso rotondo basso di cotto);
  • un po’ di talee (sebbene di un acero palmato proveniente dal Giappone).

Il ‘piano’ prevedeva di usare come vaso per la composizione quello della pianta ‘scartata’ che nell’immaginazione avrebbe dovuto fare da ‘leader’; c’era, però, un unico problema: il ‘leader’ ha un vistoso andamento a ‘zig-zag’ mentre tutti gli altri sono diritti come pioppi!
Morale: non si armonizzerebbero e perciò ‘lo scartato’ non va bene come leader… farà fede al proprio nome anche quest’anno! Però mi serviva il suo vaso… e così procedo col trapianto:

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine

In un anno l’acero ‘scartato’ ha lavorato benone, basta vedere che radici! Stavolta l’ho infilato in un vaso più piccolo (preso da uno degli altri aceri destinati a far parte del boschetto).

Immagine

Preparo il vaso per tenere il boschetto avvalendomi di una rete di plastica come ‘trama del telaio’ a cui mediante il filo di alluminio fisserò le piante o la composizione risultante.

Immagine

Mi occupo quindi delle talee: anche queste hanno lavorato bene! Alcune sono state ottenute nel giugno 2012 mentre altre tra primavera e giugno del 2013; decido di utilizzare a parte le più grandi (avranno altro futuro) e di usare per il boschetto, come piante di profondità, le più piccole.

Tratto le altre piante ‘come sempre’: le svaso, tolgo la terra aiutandomi con un getto d’acqua, taglio le radici in modo da mantenere un livello ‘piano’ che si adatti il più possibile al vaso basso.
A questo punto cerco di far ‘quadrare il cerchio’ componendo il boschetto: scelgo un leader e un antileader (ossia la pianta che farà da ‘contraltare’ al leader) che nel boschetto finale apparterranno naturalmente a due ‘gruppi’ di piante distinti; colloco gli alberi facenti parte del gruppo del leader, quelle del gruppo dell’antileader e le piante di profondità; cerco di fare in modo che nella composizione si intraveda un’apertura che suggerisca l’esistenza di ‘un sentiero’ che invita l’occhio dell’osservatore ad entrare nel bosco.
Per reggere in posizione le piante ho utilizzato dei fili di alluminio.

Immagine

Immagine

Immagine

Vediamo il risultato ‘finito’, ossia dopo aver collocato il gruppo nel vaso, averlo fissato alla rete e aver riempito per bene con akadama (lieve strato di drenaggio a granulometria grossa insieme a qualche pezzetto di carbone di legna sul fondo e a granulometria media come strato di coltura).

Immagine

Da ultimo ho collocato sulla superficie della terra dello sfagno sminuzzato che aiuterà le radici nella ripresa (mantenendo più umidità e assicurando una miglior protezione da eventuali sbalzi termici).

Immagine

Immagine

Vedendo così par quasi che ‘il sentiero’ sia per certi versi ‘chiuso’ (un vicolo cieco) dalle piante di profondità… chissà che forse il fronte più corretto non possa essere quello della foto seguente:

Immagine

Ruotando di qualche grado mi pare di intravedere un passaggio più libero… mah!

Conclusioni personali (difetti, osservazioni etc.)

  • come scrivo c’è questo ‘fronte alternativo’;
  • il vaso occorrerebbe più largo in modo da suggerire la continuazione del paesaggio, ma ‘quel che passa il convento’ è questo: mi accontento;
  • leader (a sinistra) e antileader (a destra) sono molto simili e specialmente sono alti uguali, conto di abbassare l’antileader appena sarà tempo propizio: al momento evito per ridurre un po’ lo stress a cui l’ho sottoposto;
  • c’è molto ancora su cui devo crescere prima di ottenere un boschetto ‘come si deve’!

3 risposte a “Boschetto di aceri palmati… “di recupero”

Lascia un commento